"Non bisogna toccare gli idoli, la doratura resta sulle mani"
"La morte è cosa da poco"
La storia è quella di una ragazza di campagna che si sposa, in seconde nozze, con un medico di paese, tale Monsier Bovary (protagonista assoluto dei primi capitoli del libro). La ragazza, Emma, comincerà ad assaggiare la vita di città (se così si può definire il paese) nell'ottica del romanticismo da romanzo popolare e presto la noia datale dal marito la porterà ad essere sempre più frustrata, la nascita di figli non curerà la sua "fame di vita" e presto butterà l'occhio su altri uomini, altre città, altre vite; fino al noto (ma neanche del tutto) finale.
Sono sempre restia ad avvicinarmi ad un classico, specie se è dell'800. Anzi, neppure mi sarei mai sognato di leggere questo libro se non fossi stato costretto da contingenze del momento.
Eppure mi sbagliavo. Il libro è semplicemente perfetto sotto quasi tutti gli aspetti; e se questo è ciò che definisce un'oper un capolavoro, beh, giù il cappello signori, ci troviamo di fronte ad un gran capolavoro.
Lo stile di Flaubert è splendido, agile veloce (anche se ancora ottocentesco) ed ironico, specie con Emma. La storia è quanto di più abusato al giorno d'oggi, con l'ansia di apparire, l'insoddisfazione della propria condizione, la scalata al potere (più sociale e mondano che altro), eppure qui è tutto nuovo e tutto così maledettamente ben scritto da sembrare autentico. decine sono i personaggi secondari, e tutti con una loro storia ed una loro vita autonoma (si veda su tutti il farmacista Monsier Homais). Splendido poi il modo in cui Flaubert tratta Emma, mai è dalla sua parte, anzi spesso la sfotte, ironizza, se ne prende gioco, anche se molte volte traspare una sorta di compassione (nel senso letterale del termine) per lei (infatti l'autora avrà modo di dire "Madame Bovary c'est moi"); eppure mai la spalleggia nelle sue scelte. Una sorta di autore neutrale, ma neutrale non perchè non giudichi, ma anzi al contrario, proprio perchè giudica tutti allo stesso modo.
Certo che sia vecchio di un secolo si sente; si sente nei continui ansiti, nelle guance sempre congestionete, nelle leziose civetterie, assopimenti e persone salmodianti....ma in fondo il libro è talmente godibile che tutte queste vetustità (mi si passi il termine) fanno "colore locale".
Consigliato: SI. assolutamente, il razzismo che circonda le opere dell'800 (razzismo di cui io stesso sono vittima) non può privare chiunque dalla elttura di questo libro. Semplicemente splendido.
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